martedì 28 febbraio 2023

"Il fato che ci opprime è l'ignavia del nostro spirito"


Che casino relazionarsi con gli altri. C'è sempre la pretesa di sapere qualcosa in più, di dare il proprio parere non richiesto, di ottenere qualcosa, ma mai di dare agli altri senza aspettarsi qualcosa in cambio.
Questa cosa è massacrante. 
Le persone credono di essere messe in secondo piano, quando in realtà sono state loro a mettersi o a mettere gli altri.
C'è chi agisce come non dovrebbe e poi non vuole prendersi la responsabilità e affrontare le conseguenze delle loro azioni, incolpando chi lo circonda dei loro atteggiamenti scorretti, giustificandosi con frasi del tipo - mi ci hanno portato ad essere così ( peggio ancora quando dicono, - non sono io, è che mi disegnano così).
La cosa in realtà è molto più semplice: cambiano le priorità, le proprie esigenze e e se non si ha voglia di dar conto a nessuno delle proprie scelte, in fin dei conti, spiegatemi, dov'è il male in tutto questo?
Oggi sentivo parlare di un tale trattato male dal proprio capo, per motivi a me assolutamente ignoti e costui ora voleva prender provvedimenti. Perché è a priori è colpa del capo. Potrebbe essere vero, i capi a volte, credo, abbiano smania di potere, tanto da non riuscire più a controllarlo una volta averlo ottenuto. Ma dall'altro lato, tu, tale, cosa hai fatto per arrivare a questo? Per essere trattato in questo modo? Se la situazione non ti fa stare bene, vattene, scappa. Che problema c'è? Devi prenderti la responsabilità delle tue azioni? Cresci! Non c'è bisogno di incolpare gli altri per le proprie insofferenze. Ok che il fato è la forza più grande che regna su tutto, ma questo fato possiamo tranquillamente raggirarlo, pensando a come prenderci le responsabilità di quello che dobbiamo affrontare. 
Ricordiamoci, quello che diceva un buon tale: il fato che ci opprime è l'ignavia del nostro spirito, e nell'ignavia ci sguazziamo che è una bellezza.