sabato 25 novembre 2023

25 novembre - Non una di meno


Era importante partecipare alla manifestazione oggi 25 novembre.
Non perché è un trend del momento, non per raccogliere like e visualizzazioni alle stories che andiamo a pubblicare, ma era importante partecipare a questo evento, semplicemente per tutto ciò che sta succedendo e per dare man forte a questo movimento attivo che va via via concretizzandosi e che combatte per difendere i diritti delle persone. È importante concepire che la libertà di scelta di donne in primis, e altri, non vada ostacolata.
L' emergenza esiste e dobbiamo affrontarla. La violenza riguarda tutti noi, e dobbiamo solo prenderne consapevolezza per migliorarci e cercare di andare oltre i nostri pregiudizi in modo da comprendere che la libertà altrui non va assolutamente ad intaccare "la mia".
Giulia Cicchettin ha scatenato qualcosa di grandissimo a cui purtroppo non potrà assistere. Siamo tutti un po' Giulia, ma noi abbiamo la fortuna di essere qui, perciò dobbiamo solo combattere per lei e riconoscere nel modo obiettivo che non viviamo nel mondo ideale in cui tutto e bianco o nero, perciò sarà impossibile eliminare questa piaga della violenza, ma se riuscissimo semplicemente a salvare almeno una, possiamo considerarla una vittoria.
-"Non una di meno", dobbiamo gridarlo a squarciagola: ma soprattutto cerchiamo di fare in modo che non ce ne sia una in più.

sabato 18 novembre 2023

RIP GIULIA - purtroppo già sapevamo come sarebbe andata a finire.

La storia di Giulia aveva un finale troppo prevedibile.
Tutti hanno seguito questa storia dei fidanzati scomparsi, e tutti si sono commossi e nutrivano la vana speranza di ritrovar LEI ancora viva (perché già tutti immaginavamo l' indicibile).
Ieri lo zio, in un' intervista, ha utilizzato parole troppo corrette e di comprensione, nei confronti di quello che era già chiaramente il suo carnefice.
Quello che non è chiaro, e come il governo continui a fare assolutamente il nulla più totale, nei confronti dei reati di genere, di come non inasprisca le pene nei confronti di questi mezzi uomini e di come non dichiari, ad esempio utile, una castrazione chimica per chi compie reati così sgradevoli.
Questo è lo stesso governo che, a pochi giorni dal mese in cui ricorre la giornata della violenza contro le donne (25 novembre), ha permesso di uscire dal carcere a quell' obbrobrio obeso che nel  2021 ha ucciso con 57 coltellate la fidanzata (Erike Preti) perché lo aveva rimproverato per le briciole e che in un' intervista ha dichiarato anche di non ricordare cosa aveva fatto.
Mi sembra che si faccia di tutto per colpire le brave persone, la povera gente che ha progetti e ambizioni, ed è come se queste debbano giustificarsi continuamente per le loro buone intenzioni che non intaccano assolutamente la vita degli altri, ma bisogna stare attenti ai raptus di gelosia di questi, perché, con la loro testa putrida, credono pure che tu gli stia mancando di rispetto, proprio come è accaduto alla povera Giulia.
Sono avvilito, arrabbiato e senza alcuna speranza per la società odierna.
La mia testa ripete solamente, - povera Giulia, non ti meritavi tutto questo per nessun motivo. Mi auguro solo che il tuo aguzzino paghi davvero per ciò che ha fatto, sperando che non si sia vigliaccamente tolto la vita, perché la sua punizione dovrebbe essere quella di convivere con tutto il dolore che ti ha provocato.
Rip Giulia

martedì 7 novembre 2023

Dolce Elisa Claps - che amara giustizia


Credo di aver inveito così tante volte verso la TV stasera durante la visione dell' ultima puntata della serie dedicata ad Elisa Claps, che ho perso voce e pazienza.
Una ragazza diventata nota no perché influencer, no per la sua partecipazione a qualche reality, ma perché è stata uccisa barbaramente nella città in cui sono nato.
La cosa che mi ha fatto più male di tutta questa storia, è stata l' omertà da parte dell'intera comunità, un'istituzione chiesa che come al solito è incoerente e che fa acqua da tutte le parti praticamente da sempre, e la presa di posizione di proteggere un assassino, palesemente disturbato sin dall' adolescenza, solo perché figlio di.
Una famiglia distrutta per il bene di chi? Cosa? Mi auguro che questa serie TV abbia davvero scosso gli animi di tutti quegli omertosi che hanno mantenuto il silenzio. Accompagnati dalla propria codardia, hanno continuato a guardare soffrire una famiglia che legittimamente cercava la verità. Sappiate che qualsiasi parola consolatoria ormai è talmente inutile, che se avete dei rimorsi, potete solo piangere dalla vergogna.
Il corpo della povera Elisa è stato ritrovato nel 2010, dopo 17 anni di bugie. 17 anni sono tanti, e per tutto questo tempo nonostante qualcuno dei colpevoli sia morto, l' autore principale è rimasto a vivere tranquillamente la sua esistenza, finché, da psicopatico quale è, ha ricommesso un omicidio. E ovviamente a indagare decentemente e a condannarlo, non è stato il Ministero della Giustizia Italiano, ma quello Inglese perché l' assassino si è trasferito lì, dove ha tolto la vita a un'altra donna. Eviterò commenti relativi alla legge e tutta la follia che ne consegue.
Questa storia mi lascia una rabbia e un'angoscia, perché io ero solo un bambino all' epoca dei fatti e non avevo la coscienza di capire realmente ciò che stava succendo. Ricordo solo quando è stato ritrovato il corpo di Elisa quell'anno in quella fo**utissima chiesa, che mi aveva sempre fatto tanta impressione: tutti quei mazzi di fiori lasciati lì sulla scalinata, come se tutta la comunità le chiedesse scusa, perché l' avevano avuta sempre lì davanti agli occhi, ma nessuno se ne era mai accorto. Fiori freschi per un giovane fiore lacerato.
Tutto il mio sostegno alla famiglia Claps,  vi auguro ogni bene possibile.


mercoledì 1 novembre 2023

A Silvia

Durante il mio periodo inglese, ho conosciuto Silvia, un' adolescente irrequieta, ancora inconsciente di ciò che sarebbe stata e degli insegnamenti che avrebbe donato intorno a sé. 
Io ero uno dei suoi tutor, e inesperto, stavo lì ad aspettare che lei mi dicesse quali erano le sue preoccupazioni. Credevo che bastasse semplicemente un colpo di bacchetta magica per fare sparire tutte le sue preoccupazioni. 
Silvia è ormai cresciuta: è una donna, una scrittrice che sta insegnando agli altri quelle che sono le grandi soddisfazioni della vita. Silvia, grazie al suo coraggio e alla sua tenacia, mi ricorda che nonostante tutto, siamo noi che dobbiamo decidere di stare bene, potremmo anche contare sull'appoggio degli altri, ma siamo noi a dover azionare il motore e partire, in modo da scegliere una volta arrivati al bivio, l' unica strada che ci rende felici, quella della verità. 
Silvia mi ha insegnato a ridimensionare le preoccupazioni, i momenti emotivamente difficili, i visualizzati non risposti e mi ha fatto capire che la perfezione esiste, e include te con tutti i tuoi difetti. 
Ultima cosa che mi ha insegnato è che dobbiamo dare finché ce la sentiamo di farlo, ciò non significa che dobbiamo interromperci perché ci siamo stancati, ma dobbiamo esserci perché esiste il rispetto dei rapporti, delle storie brevi, ma soprattutto di quelle secolari, perché è giusto così, e se c'è qualcuno che non ha voglia di capirlo, a un certo punto, va bene così.
Silvia mi ha insegnato che vivere nella verità significa essere felici.
Con tanto affetto 💜



giovedì 10 agosto 2023

Grazie Michela Murgia

Per quanto potesse averci preparato da diversi mesi,  in ogni modo non è semplice affrontare il tutto: Michela Murgia ci ha lasciati.
Non voglio scrivere una serie di complimentoni alla grande donna che è stata. Non ne sarei capace e non voglio prendermi il merito di nulla grazie a ciò che ha fatto.
Lei è l'attivista contemporanea più adeguata che potesse esistere e che grazie alla sua dialettica ha lasciato senza parole molte persone di spicco, proprio perché le portava per mano a ragionare sulle questioni, dalle più semplici e introspettive nonché complesse e avanguardiste.
Celebri le sue stroncature: una dei motivi per cui ho scritto un libro era proprio perché desideravo arditamente potesse stroncarmi, ma non è successo: eppure sarebbe stato bellissimo e un vero onore se avesse detto anche a me che la deforestazione era anche una mia responsabilità.
Sempre vicina a coloro che dicono il vero, differentemente da questo governo che galoppa dal lato opposto della libertà di pensiero e di parola, è stata vicino all'amico e scrittore Saviano in ogni occasione della sua vita, nonostante la sua stesse prendendo un'altra direzione, ma sempre col sorriso.


Ha dichiarato più volte che ormai le cure contro il cancro le servivano per cercare di andare avanti il più possibile, no per guarire, ma per allungare la propria vita in modo da poter stare più tempo vicino ai suoi cari. È stata anche sposa, e Dior le ha disegnato l'abito, non solo per lei, ma per tutta la sua  queer family, che non è una campagna promozionale per il movimento lgbt+, come in molti ignorantemente pensano, ma una filiazione d'anima, un'altra famiglia a priori da quella di origine, una famiglia che ci scegliamo in cui c'è un trasporto affettivo. È un po' quella famiglia che le persone che lasciano il proprio nido d'origine, per studio, lavoro, arrivando in un nuovo luogo e si ritrovano insieme ad altri nelle stesse condizioni, e si scelgono. Anche questa è famiglia. Sono concetti un po' astratti, che riguardano i sentimenti e gli affetti e sono difficili da comprendere perché in molti si vergognano di mostrare ciò che provano, o semplicemente perché sono aridi. 
Grazie Michela perché ci hai insegnato anche a vivere nella morte, un po' come sarà con te, grazie alle tante pagine che hai scritto e ai tuoi interventi, ci sarai sempre. Sei Storia ormai, anzi Letteratura.
Con tanto tanto affetto.

mercoledì 14 giugno 2023

Berlusconi e la memoria a breve termine dell'Italiano medio


Personalmente non riesco a gestire questo flusso di notizie relative alla morte del Berlusca. Normale che figli, parenti e la compagna (piccina trentatrenne), piangano il caro padre, e che lo ringrazino per tutto ciò che gli ha lasciato, ma che si arrivi al lutto nazionale nella giornata odierna...solo questo governo poteva deciderlo (leggo che per Falcone e Borsellino non successe, ma ok, troppo onesti).
C'è stata in questi giorni una celebrazione e una divinizzazione della figura dell'uomo, esagerata, ma tipica del popolo italiano, che come al solito, soffre di memoria a breve termine dimenticando i circa 30 processi in cui era coinvolto, per i più svariati reati. Se vogliamo dire che 30 son troppi e che i reati non sono tutti imputabili a lui, cosa possibile, non mi fa cambiare idea sulla questione che avere anche un solo processo alle spalle, non sia assolutamente un pregio.
La stampa estera ha intitolato la morte di Berlu come "L'uomo che ha cambiato il mondo, ma non in meglio". È chiaro che la gente ricordi più facilmente il male commesso dagli altri, ma il bunga bunga è noto ovunque. In quel periodo se andavi all'estero e dicevi di essere italiano, ti rispondevano - Oh Italiano? Berlusconi! Bungabunga! 
In sostanza, non utilizzate il telefono solo per condividere le massime e le belle parole su di lui, utilizzatelo per cercare di capire chi è stato. Non critico la figura del padre e nemmeno dell'uomo politico, non ne ho interesse perché ormai c'è stato; ho solo l'esigenza ricordare, a coloro che vogliono farlo passare come esempio di moralità, mentre continuano a spolverargli l'aureola, che la realtà è stata ben altro e spesso scadente.
In ogni caso, arrivare a fermare l'Italia per lui, è troppo. È esagerato. Addirittura pare che vari organi statali chiudano e rimangano a lutto per tutta la settimana: non che si noterà la differenza, ma almeno per una settimana non ci saranno dichiarazioni e azioni che faranno sfigurare l'Italia all'estero. Possiamo dormire sonni tranquilli.

domenica 4 giugno 2023

Voglio andare a vivere in fondo al Mar con Halle Bailey.

Ma la magia della Halle Bailey nella Little Mermaid?
Negli ultimi giorni, spiegando frettolosamente l'Odissea, (poiché siamo agli sgoccioli della fine dell'anno scolastico), arrivato all'episodio in cui quel sorcio di Ulisse deve scampare alle sirene, ho chiesto ai miei studenti, (anche quest'anno) - ragazzi ma voi ci credete alla Sirene? Ovviamente mi hanno preso per matto, soprattutto perché ho iniziato a fargli vedere video su palesi avvistamenti fake di sirene in tutto il mondo. Probabilmente qualcuno l'ho anche convinto. In realtà credo fosse inconscia la mia motivazione ormai prossima nell'andare al cinema a guardare il Live Action della Sirenetta.
Dopo essermi preso una serie di prese in giro da amici che non hanno voluto partecipare a questa mia iniziativa, ci sono andato fermo nella mia scelta e come dire, non ho avuto alcun pentimento. Voglio andare a vivere in fondo al mare con Sebastian, Scuttle e Flounder. Una meraviglia insomma. Sto ancora canticchiando le canzoni, e non solo in testa infatti le interpretazioni che faccio credo siano di altissimo livello (basta chiedere ai miei vicini di casa). 
Sommariamente la storia e la stessa della piccola Ariel caucasica dai capelli rosso porpora del 1989, ma totalmente attualizzata. Tritone, dall'approccio praticamente eco-friendly, si lamenta dell'inquinamento dei mari da parte degli uomini a causa dei naufragi, anche se è un po' incoerente poiché gli augura la morte in mare dato che loro hanno ucciso sua moglie (porello).
Ursula invece è il solito personaggione: bravissima e la sua canzone rimane nella top ten degli annali Disney, nonché il suo esser uno dei villains più belli della storia. 
Ariel poi, una poesia, con e senza voce. Nel mare è meravigliosa, quando balla, canta, nuota e sta ferma. Sempre perfetta, ma le scene epiche di lei sullo scoglio o di lei che esce dal mare una volta che Ursula l'ha trasformata in umana, davvero fedeli al cartone, sono da brividi. Una continua pelle d'oca. C'è poco da criticare, insomma, chi ha parlato prima e chi parlerà poi, ha un solo neurone e poco funzionante. Invito semplicemente ad andarlo a vedere al cinema, o di farsi un account Disney plus solo per ammirare questo spettacolo. Che poi, non andandomi giù la polemica sul colore della pelle, quando penso a coloro che hanno parlato e che poi tutto il mese di agosto vanno a bruciarsi al mare per diventare più scuri di Ariel, be', state messi peggio di Tritone, lui almeno è incoerente per amore della famiglia, voi perché siete scemi.

domenica 14 maggio 2023

La festa della Mamma ideale

Nel bene e nel male tutti una madre ce l'abbiamo o l'abbiamo avuta. È Bello festeggiarle oggi, soprattutto perché esistono diverse tipologie di mamme.
Ci sono le madri che fanno anche da padre, sempre attente a chiederti mille volte le stesse cose, ma capaci anche di fingere disinteresse per ciò che fai, perché tanto sappiamo benissimo che loro sanno già tutto, hanno la conoscenza infusa dei propri figli, per cui, anche se il figlio si sente totalmente incompreso, quando una madre gli sbatte in faccia la verità delle sue azioni, ecco là che ci fanno capire tranquillamente quanto gli è chiaro tutto quello che stiamo facendo.
Ci sono i padri che fanno da madre, non perché si vestano da donne o perché hanno la disforia di genere (magari anche), ma perché come le prime, fanno in modo di compensare con la loro presenza a 360° eventuali mancanze per i loro figli attingendo alla parte più sensibile del loro essere per capire ciò che succede. È anche la giornata delle madri assenti, o delle madri che non hanno capito come si fa, di quelle che vanno in competizione con i figli. È la giornata anche delle madri che ritornano (come Taylor Forrester a Beautiful che è tornata a Los Angeles per riprendersi Ridge) e delle madri che si risposano perché sole non sanno stare (vedi Brooke Logan). 
È anche la giornata delle madri che abbandonano i figli per riservargli una vita migliore rispetto a quella che loro gli avrebbero riservarto. Tutti possono essere madre. Maternità e Paternità sono i ruoli più difficili del mondo, non tutti sono all'altezza, ma è giusto avere la possibilità di poterlo essere, e anche riuscire ad ammettere, con coscienza, di non poterlo fare.
Auguri a tuttə ❣️

martedì 9 maggio 2023

Ma se la maternità surrogata diventerà reato universale, vuol dire che sarà perseguibile pure sulla Via Lattea?


Reato universale. Mi sembra una parola così esagerata da affibbiare a qualsiasi tipo di contesto, figuriamoci alla maternità. Pare che sia stata fatta una proposta di legge per cui la maternità surrogata, già vietata in Italia, possa essere perseguibile anche all'estero, e se dovesse passare la legge, pure su Marte a quanto pare, nella Via Lattea intera e oltre!
Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, (a perer mio nome più inadeguato per un partito che anziché aprirsi all'Europa, preferirebbe rialzare le mura delle città stato) fa' di tutto per farsi parlare dietro, un po' come il governo tutto, che tra una cosa fuori luogo e un'azione sbagliata, non fa altro che continuare a tagliare i ponti con la libertà e le scelte individuali. Se volevamo stare in una dittatura, saremmo andati a vivere da qualche parte in Asia, invece no, siamo in Italia e anziché portare in alto la bandiera della crescita morale e sociale, dobbiamo continuare a fare figuracce. Ma ok, le donne che non potranno avere figli, non potranno chiedere un utero in affitto, non potranno farlo all'estero, perché immagino sia peccato mortale e universale per la religione cattolica, vero? Perché siamo un paese cattolico e i preti sono penitenti e si comportano perfettamente dall'inizio dei tempi (Papa eletto da Dio, ma giustamente mettiamoci una antipapa con figli, perché quel papa non ci piace; era Dio che aveva bisogna di più rappresentanti in terra, no gli uomini che volevano fare inutili battaglie per il dominio). Giustamente, se la scienza può aiutare una famiglia a creare una famiglia è un reato universale, perché devono arrivare la cicogna e lo spirito santo a fecondare. Quante belle storie che ci sono state raccontate. Basterebbe leggere un po' e informarsi per capire la realtà delle cose, ma quanto ci piace rimanere comodi sul divano a criticare qualsiasi cosa, finché poi non ci tocca personalmente? (!). Quando succede poi, esigiamo il rispetto, perché siamo cambiati, perché l'abbiamo passato sulla nostra pelle. Ma non bisogna mica sempre prima soffrire per sviluppare il giusto parere o la corretta considerazione su qualcosa. 
È folle considerare la maternità surrogata, reato universale. È folle che gli italiani che ci rappresentano possano proporre una legge del genere. È assurdo solo che si possa pensare di far passare questo tipo di legge e che se ne faccia pure un vanto di questo modo di pensare. Mi affido alla Resistenza. Speriamo che la Madonna di Trevignano appaia e dica a questi bigotti da quattro soldi che sono degli idioti. Ma pure lei avrà ben altro da fare e non di certo con Gisella.

sabato 6 maggio 2023

Pennellate nel tempo: le sfumature di Rosa Stigone e Renata Pagano


È bello riuscire ad esprimere se stessi, in qualsiasi modo e forma. Ovviamente per conoscersi bisognerebbe sottoporsi ad un'autoterapia (in alternativa esistono gli psicologi), ma quando l'espressione di sé avviene attraverso l'arte, direi che è la fortuna più grande che qualcuno possa avere. 
Sono stato ad una mostra di quadri di due artiste che personalmente non conoscevo, ma che ho trovato, come dire, "illuminante". Le pittrici sono Rosa Stigone e Renata Pagano. La prima, è una donna che basa le sue opere sul surrealismo, mi ricorda Dalì per certi versi. Colori scuri, che rispecchiano il mondo che probabilmente la circonda, anche lo spiraglio di luce lo si percepisce: è come se intravedesse da lontano quella scialuppa sinonimo di Salvezza. 
La seconda artista invece, è una donna che si nota da lontano per i colori sfarzosi che indossa e per la personalità effervescente che la contraddistinguono.
Chiacchierando con lei, mi sono accorto della sua predisposizione alla spiegazione e nel trovare il modo più corretto per parlare di sé, delle sue emozioni, dei suoi pensieri ma anche del dire veracemente ciò che pensa del lavoro altrui. 
L'artista già celebre nella capitale partenopea, ha esposto in Italia e in Europa dal 1970 subendo un'evoluzione nel suo lavoro, come gli artisti più noti della storia. Le stagioni della Pagano sono stato diverse, e in quella che ha esposto nella Galleria CosArte di Roma, ha proposto dei suoi dipinti con degli inserti in segatura, brillanti e colori che è difficile che passino inosservati, e che rappresentano notevolmente ciò che è la pittrice oggi. Un'artista eccentrica e in continua evoluzione che sa di poter ancora raccontare storie, emozioni e sensazioni attraverso i suoi quadri. Sensazioni che non trovano poi chissà quale spazio nella culla dell' arte Italiana, in cui pare che si preferisca fare esporre pittori ormai passati a miglior vita, oppure semiadolescenti, anagraficamente o moralmente, che assemblando un uovo, un accendino e un tre ruote, pretendono che si consideri il tutto come un'istallazione, nonché arte, credendo che la spiegazione del proprio inconscio sia immediata e infusa in ognuno di noi perché siamo tutti dotati di un'elevata capacità cognitiva e percettiva; ma sbagliano, perché, io ad esempio, proprio come quel tipo che ha mangiato la banana di Cattelan esposta a Seul, prenderei l'accendino per accedere la sigaretta, per poi intascarmelo, per poi salire sul tre ruote per tornare a casa mentre ingerisco quell'uovo in modo da assorbire le mie proteine nobili giornaliere e necessarie. Scherzi a parte, Se potete, correte da CosArte a Roma in Via Nicolò da Pistoia 18, l'esposizione sarà presente fino al 12 maggio!

sabato 29 aprile 2023

Firefly Lane


Le storie sulle amicizie, sulle fratellanza, sono sempre un colpo al cuore, soprattutto perché quando ci sono delle incomprensioni, è quasi inammissibile che queste non riescano più a trovare il punto di incontro che è stato sempre semplice da trovare e ritrovare.
Firefly lane è la storia di un'amicizia storica in cui le protagoniste, attraverso flashback che vanno a ritroso (stile THIS IS US, la regina delle serie drammatiche in cui sono di un altro livello), si comprende facilmente come le amicizie che sono apparentemente tossiche, in realtà lasciano libertà e valorizzano la persona che hanno accanto da sempre. Questa è una difficoltà che in molti non capiscono. Non hanno la percezione di quelle che sono state le loro azioni e non fanno altro che allontanare, con la propria mania ossessiva di controllo, persone alle quali tengono, ma delle quali fortunatamente non possono gestire l'altrui libertà perché non la comprendono, accusandoli inutilmente di essere lontani, senza credere mai di essere nel torto. Questo è massacrante. Questa pressione non esiste in Firefly lane, che in Italiano è diventato grazie all'abilità di tradurre nel peggior modo possibile (un po' come fa il Ministero del turismo) "L'estate in cui imparammo a volare".
Le protagoniste si conoscono dalle superiori e fanno una condivisione delle esperienze di vita che inizialmente può sembrare anche banale, ma in seguito la storia si infittisce e diventa davvero commovente. Si sta male, ma si sorride, si è compiaciuti per ciò che succede, si fanno raramente preferenze su chi possa aver ragione o torto, poiché, nonostante ci sia una protagonista con una personalità eccessiva e una oggettivamente meno eccentrica, non c'è mai una prevaricazione, e se ci dovesse essere, si chiede scusa e si va avanti, continuando a crescere insieme. È la storia di una vera e bella amicizia che nel finale prende una piega triste ma che fa piangere di gioia, perché ci fa capire quanto, nonostante un vuoto fisico lasciato, le protagoniste si conoscono così bene, che chi rimane avrà modo di non sentire, almeno spiritualmente, la mancanza. Credevo fosse una storia, come dire, "da femminucce", ma è così chiara e attuale, che se qualcuno dovesse pensarla diversamente, poco importa, vuol dire che mi piacciono anche le serie con le quote rosa. 

Firefly lane - serie Netflix tratta dai libri di Kristin Hannah.

martedì 25 aprile 2023

Oggi la parola chiave è Libertà



Oggi la parola chiave è Libertà.
Siamo sui social a postare, tutti, me compreso, foto che dovrebbero eguagliare il nostro senso di indipendenza, che esprimano qual è il nostro senso di sovranità su noi stessi. Ma lo stiamo facendo nel modo giusto?
Se vivessimo in un mondo ideale non esisterebbe questa esigenza di condivisione di ciò che stiamo facendo, così da metterla alla mercé di chiunque, che a sua volta sarebbe libero di dire la propria su ciò che eventualmente abbiamo appena condiviso. Il tuo senso di libertà potrebbe essere postare un selfie uscito bene al nono scatto, un paesaggio dalla profondità infinita, una foto del mare.
Più che liberi, siamo schiavi di mostrare eccessivamente ciò per cui ci sentiamo liberi.
Liberazione è dalla dittatura, dal regime che per quanto si professi, a me pare essere di nuovo dietro l'angolo. Non siamo liberi, però se condividiamo quella che è la nostra idea di libertà, in fin dei conti, una soluzione potremmo avercela, cerchiamo di realizzarla, senza stare lì sdraiati sul letto a vendere false speranze di belle opportunità.
Buon 25 aprile!

martedì 28 febbraio 2023

"Il fato che ci opprime è l'ignavia del nostro spirito"


Che casino relazionarsi con gli altri. C'è sempre la pretesa di sapere qualcosa in più, di dare il proprio parere non richiesto, di ottenere qualcosa, ma mai di dare agli altri senza aspettarsi qualcosa in cambio.
Questa cosa è massacrante. 
Le persone credono di essere messe in secondo piano, quando in realtà sono state loro a mettersi o a mettere gli altri.
C'è chi agisce come non dovrebbe e poi non vuole prendersi la responsabilità e affrontare le conseguenze delle loro azioni, incolpando chi lo circonda dei loro atteggiamenti scorretti, giustificandosi con frasi del tipo - mi ci hanno portato ad essere così ( peggio ancora quando dicono, - non sono io, è che mi disegnano così).
La cosa in realtà è molto più semplice: cambiano le priorità, le proprie esigenze e e se non si ha voglia di dar conto a nessuno delle proprie scelte, in fin dei conti, spiegatemi, dov'è il male in tutto questo?
Oggi sentivo parlare di un tale trattato male dal proprio capo, per motivi a me assolutamente ignoti e costui ora voleva prender provvedimenti. Perché è a priori è colpa del capo. Potrebbe essere vero, i capi a volte, credo, abbiano smania di potere, tanto da non riuscire più a controllarlo una volta averlo ottenuto. Ma dall'altro lato, tu, tale, cosa hai fatto per arrivare a questo? Per essere trattato in questo modo? Se la situazione non ti fa stare bene, vattene, scappa. Che problema c'è? Devi prenderti la responsabilità delle tue azioni? Cresci! Non c'è bisogno di incolpare gli altri per le proprie insofferenze. Ok che il fato è la forza più grande che regna su tutto, ma questo fato possiamo tranquillamente raggirarlo, pensando a come prenderci le responsabilità di quello che dobbiamo affrontare. 
Ricordiamoci, quello che diceva un buon tale: il fato che ci opprime è l'ignavia del nostro spirito, e nell'ignavia ci sguazziamo che è una bellezza.