sabato 6 maggio 2023

Pennellate nel tempo: le sfumature di Rosa Stigone e Renata Pagano


È bello riuscire ad esprimere se stessi, in qualsiasi modo e forma. Ovviamente per conoscersi bisognerebbe sottoporsi ad un'autoterapia (in alternativa esistono gli psicologi), ma quando l'espressione di sé avviene attraverso l'arte, direi che è la fortuna più grande che qualcuno possa avere. 
Sono stato ad una mostra di quadri di due artiste che personalmente non conoscevo, ma che ho trovato, come dire, "illuminante". Le pittrici sono Rosa Stigone e Renata Pagano. La prima, è una donna che basa le sue opere sul surrealismo, mi ricorda Dalì per certi versi. Colori scuri, che rispecchiano il mondo che probabilmente la circonda, anche lo spiraglio di luce lo si percepisce: è come se intravedesse da lontano quella scialuppa sinonimo di Salvezza. 
La seconda artista invece, è una donna che si nota da lontano per i colori sfarzosi che indossa e per la personalità effervescente che la contraddistinguono.
Chiacchierando con lei, mi sono accorto della sua predisposizione alla spiegazione e nel trovare il modo più corretto per parlare di sé, delle sue emozioni, dei suoi pensieri ma anche del dire veracemente ciò che pensa del lavoro altrui. 
L'artista già celebre nella capitale partenopea, ha esposto in Italia e in Europa dal 1970 subendo un'evoluzione nel suo lavoro, come gli artisti più noti della storia. Le stagioni della Pagano sono stato diverse, e in quella che ha esposto nella Galleria CosArte di Roma, ha proposto dei suoi dipinti con degli inserti in segatura, brillanti e colori che è difficile che passino inosservati, e che rappresentano notevolmente ciò che è la pittrice oggi. Un'artista eccentrica e in continua evoluzione che sa di poter ancora raccontare storie, emozioni e sensazioni attraverso i suoi quadri. Sensazioni che non trovano poi chissà quale spazio nella culla dell' arte Italiana, in cui pare che si preferisca fare esporre pittori ormai passati a miglior vita, oppure semiadolescenti, anagraficamente o moralmente, che assemblando un uovo, un accendino e un tre ruote, pretendono che si consideri il tutto come un'istallazione, nonché arte, credendo che la spiegazione del proprio inconscio sia immediata e infusa in ognuno di noi perché siamo tutti dotati di un'elevata capacità cognitiva e percettiva; ma sbagliano, perché, io ad esempio, proprio come quel tipo che ha mangiato la banana di Cattelan esposta a Seul, prenderei l'accendino per accedere la sigaretta, per poi intascarmelo, per poi salire sul tre ruote per tornare a casa mentre ingerisco quell'uovo in modo da assorbire le mie proteine nobili giornaliere e necessarie. Scherzi a parte, Se potete, correte da CosArte a Roma in Via Nicolò da Pistoia 18, l'esposizione sarà presente fino al 12 maggio!

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